La differenza tra un paziente decorticato o decerebrato non è sempre semplice da essere colta.
Ecco un breve caso clinico per introdurre queste due posture anomale e per usare in maniera appropriata i termini decorticato e decerebrato.
Due ragazzi hanno un incidente stradale, sbandano, colpiscono il muretto di una casa e poi si ribaltano in un fosso poco profondo, senz’acqua.
All’arrivo dei soccorsi sono entrambi incoscienti, ma respirano e i parametri vitali sono stabili.
Hanno riportato entrambi un trauma cranico e sono in uno stato di coma più o meno profondo.
Vogliamo valutare il loro grado di coma ed in particolare la loro funzione motoria:
IL PAZIENTE 1 Non apre gli occhi allo stimolo doloroso, emette dei suoni.
Comprimiamo il letto ungueale di un dito della mano del paziente con una biro. Per 10 secondi.
Osserviamo come reagisce. Il paziente retrae l’arto superiore a cui viene applicato lo stimolo, flettendolo in maniera normale.
IL PAZIENTE 2 non apre gli occhi allo stimolo doloroso, non da alcuna risposta verbale, neanche suoni.
Applichiamo uno stimolo doloroso al muscolo trapezio, pizzicandolo tra le dita per 10 secondi.
Anche questo paziente flette l’arto superiore a cui viene applicato lo stimolo ma, a differenza del primo paziente, lo flette in maniera lenta, stereotipata. L’arto superiore flesso si chiude sul torace, l’avambraccio ruota, il pollice e’ serrato.
Il paziente che flette in questa maniera si dice che “decortica”. Il suo grado di coma è più profondo di quello del primo paziente.
Sospettiamo che il paziente abbia un’emorragia cerebrale, e che il sangue che sta infarcendo il parenchima cerebrale o si sta accumulando nello spazio subdurale e subaracnoideo, stia facendo aumentare la pressione intracranica.
Lo spazio occupato dal sangue dell’emorragia va a discapito dello spazio che normalmente hanno a disposizione tutte le strutture cerebrali. Alcune strutture, se vengono compresse o, addirittura, dislocate, danno origine a posture particolari.
Queste posture sono intermittenti, non sono sempre presenti, in particolare si manifestano quando viene applicato uno stimolo nocicettivo al paziente.
Rivalutiamo a distanza di tempo IL PAZIENTE 2
Comprimiamo la fossetta sopraorbitaria per 10 secondi, sottoponendolo ad un nuovo stimolo doloroso per valutarne l’evoluzione del quadro clinico sulla base della reazione
Il paziente adesso iperestende tutti e quattro gli arti, con abduzione e rotazione interna della spalla, pronazione dell’avambraccio, estensione del polso.
Poi, al cessare della stimolazione dolorosa torna come prima.
In questo caso si dice che il paziente “decerebra”.
Il paziente è peggiorato o migliorato rispetto a prima? In generale, i pazienti con posture decerebrate in risposta al dolore hanno una prognosi peggiore rispetto a quelli con postura decorticata.
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